Chi con sguardo dolce, chi con sguardo imbarazzato, chi con occhi giudicanti, come se non mi trovassi nel posto giusto. Come se in quell’incrocio tra quel gesto privato e lo spazio pubblico ci fosse qualcosa che facesse sentire a disagio qualcuno. Sono sguardi che si sentono, che pesano su mamme che stanno facendo solo ciò che è più naturale fare.
Sentirsi giudicate per quello che si sta facendo può far scegliere di non allattare più, o di non farlo in pubblico, nella piena libertà di stare all’aperto e incontrare gente senza doversi nascondere per qualcosa che è tra i gesti d’amore più belli al mondo.
Un gesto ammirato e ritratto da secoli, di cui la nostra storia dell’arte ne è piena. Da Leonardo Da Vinci, al Lotto a tantissimi altri autori hanno ritratto madonne allattanti in piazze, giardini, chiese, ecc. e ognuna di queste opere sono preziose testimonianze di un tempo e di uno stile. I nostri occhi sono cresciuti vedendo madonne che allattano, eppure lo Stato italiano ha dovuto fare una legge che tutelasse le mamme che allattano in pubblico.
Sono infatti moltissime le mamme che sono state allontanate da ristoranti, negozi, giardini pubblici, ambienti socio-sanitari, solo perché stavano allattando il loro bambino.Come mai? Cosa è successo nella nostra cultura? Perché questo gesto oggi crea disagio? Come si può ri-educare oggi a questa visione?
Il progetto riprendere un’icona ormai data per scontata la “Madonna con bambino” per attualizzarla nel 2018. Nasce così la mostra on the road “Mamma con bambino, 2018”.
Il progetto prevede la realizzazione di 30 ritratti di mamme a cui viene chiesto di scegliere un luogo in cui si sono sentite o particolarmente a disagio o in uno stato di tranquillità. In questo luogo viene chiesto loro semplicemente di allattare. Mamme di età, provenienze, estrazione sociale e culturale diverse, perché questo gesto è trasversale e nel contempo comune a tutti. Gli scatti realizzati, richiamando la composizione iconografica delle Madonne con bambino, comporranno una “mostra diffusa” che apparirà nella città di Bergamo durante la settimana mondiale dell’allattamento dal 1 al 7 ottobre 2018.
Le fotografie in modo provocatorio e un po’ irriverente diventano poster appesi occupando i luoghi tipici delle pubblicità. Trovano così spazio Sara, Ania, Camilla, Pilar, Alina e tante altre mamme che allattando i loro piccoli saranno sotto gli sguardi dei passanti.
Il progetto mira a sensibilizzare l’opinione pubblica al gesto dell’allattamento in pubblico, attualizzando un’immaginario collettivo e interrogando ognuno di noi sul rapporto che abbiamo con questo gesto nei luoghi pubblici.
RICERCA
Il progetto “Mamma con bambino, 2018” vede, accanto agli scatti fotografici, la realizzazione di una ricerca sviluppata attraverso una serie di interviste alle mamme, per narrare storie di vita e tracciare un quadro dei vissuti delle donne che scelgono di allattare in pubblico. La ricerca è promossa dal Comune di Bergamo – Assessorato Istruzione Formazione Università e Sport, nell’ambito delle progettualità che riguardano i bambini e le loro famiglie, e ha la supervisione scientifica di Monica Guerra, ricercatrice del Dipartimento di Scienze umane della Formazione “Riccardo Massa” dell’Università Bicocca di Milano e formatrice del progetto comunale sul sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni.“L’allattamento – evidenzia Monica Guerra – appare come opportunità per indagare le rappresentazioni della maternità una volta che essa si manifesta portandosi all’interno delle comunità, registrando i vissuti delle neomadri da un lato e, attraverso loro, rilevando atteggiamenti culturali che si esprimono nei comportamenti sociali attorno. In tal senso, l’indagine non si limita ad osservare e approfondire il tema dell’allattamento in pubblico, ma attraverso esso ad aprire una finestra per comprendere meglio come la presenza di madri e neonati sia oggi accolta all’interno dei nostri contesti sociali”.
“I racconti e le testimonianze – sottolinea l’Assessore Loredana Poli – confluiranno in una pubblicazione che verrà presentata in occasioni pubbliche per rilanciare altre riflessioni e altre occasioni di dialogo sul tema e per contribuire ad una cultura dei luoghi e della loro frequentazione nella città che sia accogliente nei confronti dei bambini e delle loro mamme. Considero questa attenzione culturale un contributo necessario alla creazione di condizioni strutturali a sostegno del desiderio di maternità, con l’auspicio di tornare a vedere le nostre città popolate dai piccoli e dalle piccole”.